Fabio Gedda – Nel mare ci sono i coccodrilli

Storia vera di Enaiatollah Akbari
Baldini&Castoldi 2013
Euro 8.90
La quarta di copertina
Se nasci in Afghanistan, nel posto sbagliato e nel momento sbagliato, può capitare che, anche se sei un bambino alto come una capra e uno dei migliori a giocare a Buzul-bazi, qualcuno reclami la tua vita. Tuo padre è morto lavorando per un ricco signore, il carico del camion che guidava è andato perduto e tu dovresti esserne il risarcimento. Ecco perché quando bussano alla porta corri a nasconderti. Ma ora stai diventando troppo grande per la buca che tua madre ha scavato vicino alle patate. Così, un giorno lei ti dice che dovete fare un viaggio. Ti accompagna in Pakistan, ti accarezza i capelli, ti fa promettere che diventerai un uomo per bene e ti lascia solo.
Da questo tragico atto d’amore hanno inizio la prematura vita adulta di Enaiatollah Akbari che lo porterà in Italia passando per l’Iran, la Turchia e la Grecia. Un’odissea che lo ha messo in contatto con la miseria e la nobiltà degli uomini, e che, nonostante tutto, non è riuscita a fargli perdere l’ironia né a cancellargli dal volto il suo formidabile sorriso.
Enaiatollah ha infine trovato un posto dove fermarsi e avere la sua età. Questa è la sua storia.
Perché lo consigliamo
Perché ci ha profondamente commossi. È una storia sincera e dura, ma piena di coraggio, di amicizie vere, di speranza. Una storia toccata dalla tragedia e sfiorata dalla gentilezza e dalla solidarietà. Una storia in cui un desiderio – farcela – fa da guida al protagonista ricordandogli che ‘di vivere ne varrà sempre la pena’.
La voce di Enaiatollah Akbari narra le sue vicende in prima persona e l’autore le riporta con sincerità e rispetto. Le parole del protagonista, un ragazzino hazaro che la madre conduce in Pakistan per sottrarlo a un destino di schiavitù, coinvolgono, commuovono e avvincono. Il lettore soffre e lotta con lui.
Un libro da dare in mano ai ragazzi perché apre la mente, un libro che fa crescere.
Un brano
“…Ecco. Anche se tua madre dice cose come queste e poi, alzando lo sguardo in direzione della finestra, comincia a parlare di sogni senza smettere di solleticarti il collo, di sogni come la luna, alla cui luce è possibile mangiare, la sera, e di desideri – che un desiderio bisogna sempre averlo davanti agli occhi, come un asino con una carota, e che è nel tentativo di soddisfare i nostri desideri che troviamo la forza di rialzarci, e che se un desiderio, qualunque sia, lo si tiene in alto, a una spanna dalla fronte, allora di vivere varrà sempre la pena – be’ anche se tua madre, mentre ti aiuta a dormire dice tutte queste cose con una voce bassa e strana, che ti riscalda le mani come brace, e riempie il silenzio di parole, lei che è sempre stata così asciutta e svelta per tenere dietro alla vita, anche in quella occasione è difficile pensare che ciò che ti sta dicendo sia: Khoda negahdar, addio.”
Con l’augurio che tutti i ragazzi abbiano sempre davanti agli occhi desideri grandi.